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Lifestyle

l’amico del Forte

June 2003- Number 3
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l’amico del Forte

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Testo di Antonio Brazzelli

Con la scomparsa dell’Avvocato il Forte ha perso davvero un amico. Un amico d’infanzia, potremmo dire: l’infanzia del piccolo rampollo di Casa Agnelli, che nella villa del Forte trascorse le stagioni più spensierate del suo divenire ragazzo e uomo e capitano d’impresa; l’infanzia turistica di un paese, Forte dei Marmi, che proprio grazie agli Agnelli conquistò notorietà internazionale e conobbe l’avvio di tante importanti frequentazioni.

Al Forte Gianni Agnelli era davvero legatissimo. Di quel tenero sentire che nasce dai bei ricordi dell’adolescenza e della gioventù. Ricordi narrati, non senza tenerezza, dalla sorella Susanna in Vestivamo alla marinara, affettuosa ma anche precisa rivisitazione di quelle illustri presenze. “D’estate andavamo a Forte dei Marmi – racconta Suni –. La casa aveva un giardino; sul davanti c’era una pineta che finiva sulla spiaggia; al centro della pineta un viale con la ghiaia. Si apriva il cancello di legno verde e là, davanti alle piatte dune di sabbia coperte dal prunaio grigio azzurro, era il mare”. E in spiaggia, sotto la tenda dei bambini, iniziava ogni mattina il rito dell’abbronzatura: “la pelle di Gianni diventava scura al momento che si esponeva al sole”, ricorda ancora la sorella.

Ma quelli fortemarmini, per l’Avvocato non furono solo anni di abbronzatura e giochi. Fece amicizia con tanti coetanei e grazie agli auspici del padre Edoardo, che nel ‘26 fondò la Compagnia della Vela divenendone primo vicepresidente, imparò anche a regatare con Gherardo Gherardini, il Chiocca (Angelo Barberi), conobbe Aleramo Barberi e Aurelio Tonini (l’unico che continuerà a dargli del “tu”), due personaggi cui resterà legato per sempre da una costante amicizia, così come peraltro resterà legato a Nevio Franceschi, patron della Capannina, certo teatro di tante sue serate, e chissà, tante avventure ed amicizie giovanili in riva al mare. Poi nel Dopoguerra, l’attività professionale via via ne diradò le presenze in Versilia, che cessarono praticamente con la vendita di Villa Costanza, e con la scomparsa di Vittorio Valletta, amministratore della Fiat e altrettanto innamorato della Versilia.

Ma che non sia mai venuto meno l’affetto per questo paese sono ancor’oggi a testimoniarlo i tanti marinai fortemarmini che volle sulle sue imbarcazioni, tra cui il comandante Diego Aliboni, più di venticinque anni passati a fianco dell’Avvocato sugli yacht, evoluzione matura degli amori velistici giovanili fortemarmini. “Io arrivai dall’Avvocato alla fine degli anni Cinquanta su suggerimento di un loro bagnino, Sandro Lari, e con Gianni Agnelli – ricorda Aliboni – ho poi fatto carriera sulle diverse barche fino a diventarne il comandante, grado con cui nell’Ottanta lasciai per la pensione il suo GA30”.

Cosa ricordava del Forte Gianni Agnelli? “Parlava spesso del paese e gli piaceva ricordare soprattutto quel clima che aveva conosciuto da bambino e poi da ragazzo. I pescatori, i paesani, i marinai. E ne custodiva, nelle sue parole di uomo maturo, un geloso ricordo giovanile, di anni certamente felici, trascorsi qui con i fratelli, la mamma, ma anche più avanti con gli amici, per lo più ora scomparsi. A livello personale, ricordava soprattutto i compagni di regate e i coetanei che aveva a fianco nei pomeriggi e nelle serate d’intrattenimento alla Capannina”.

L’Avvocato, al Forte accompagnò anche la sorella Susanna all’altare, nella chiesa di Sant’Ermete in occasione del suo matrimonio, giacché il padre era scomparso molti anni prima. Un ricordo essenziale quello che traspare dalle pagine scritte da Suni per quel giorno, che descrivono sinteticamente l’uomo, certo un simbolo del suo tempo: “Gianni – si legge in Vestivamo alla Marinara – mi ha accompagnata all’altare zoppicando. Quando mi ha lasciata, mi ha stretto le dita”.

Gianni Agnelli al timone del suo yacht Capricia a metà degli anni Settanta