sentirsi a casa, in ogni stagione
Le vacanze in albergo con zia e nonna, le amicizie di una vita, la natura meravigliosa, la buona tavola... Francesco Martini Coveri: «Forte è nel mio cuore»
Intervista di Silvia M. C. Senette - Foto di Annalisa Ceccotti
«Dove mi sento a casa? Quando sono in Italia, a Forte dei Marmi». Francesco Martini Coveri, dal 2001 direttore artistico dell’omonima maison fondata dallo zio Enrico, rivela il profondo legame con la località versiliese. «Un posto speciale che ho nel cuore da sempre e di cui conosco tradizioni, usanze, riti estivi», confida il designer cinquantenne, pratese di nascita e monegasco d’adozione.
La sua storia con il Forte parte dall’infanzia. «Tutti i miei “primi” qualcosa sono avvenuti qui: dall’imparare ad andare in bicicletta alla cicatrice rimediata in spiaggia». Ricorda con nostalgia le estati in mezza pensione con la zia “zitella” e la nonna – «una seconda mamma» – all’hotel Raffaelli, «un grande classico di Forte dei Marmi all’epoca», e quei tre mesi di libertà che rappresentavano l’adolescenza piena. «Non conoscevo la movida da città, fino a quasi diciotto anni non sono mai uscito, se non d’estate al mare», racconta. «Le prime serate fuori, le prime sbandate, le prime ciucche: tutte fanno capo al Forte». Qui sono nate «le amicizie più durature e profonde», tanto che per i suoi cinquant’anni ha organizzato una cena intima solo con gli amici storici del Forte, e sempre qui ha conosciuto la moglie Michela, «al compleanno del mio compagno di banco delle medie».
Coveri si è innamorato dell’essenza più autentica di questo luogo. «Il Forte nasce e deve la sua grandiosità proprio alla semplicità, alle passeggiate, alle uscite in bicicletta, a una natura meravigliosa. Poter guardare il mare lambito da una delle spiagge più belle del mondo e girare la testa per lasciar vagare lo sguardo sulle Apuane è qualcosa di unico». Oggi condivide questa passione con il figlio Giovanni, nove anni, e la moglie, nata a Lerici: «Forte dei Marmi è il punto nevralgico di tutta la nostra vita». Quando è lontano, gli mancano «i sapori e i profumi, che d’estate e d’inverno sono completamente diversi», ma anche la buona tavola e quella luce particolare che avvolge tutto in ogni stagione. «Il profumo dei gigli, quando sbocciano, o l’odore forte dei pini, quando cammini all’ombra per andare alla Versiliana, ti proiettano in un altro mondo», ammette lo stilista.
Il legame con questa terra aspra e dolce è così viscerale da aver ispirato varie collezioni della maison, come “Viale Morin”, dal nome di una delle vie più caratteristiche, e le stampe con i granchi colorati. «Sono veramente innamorato del Forte – confessa Coveri –, un universo parallelo fatto di cose semplici, naturali, di cui le città ci hanno denudato e che, quando le vivi, diventano speciali. Dal burraco a Tonfano alla colazione al Caffè Roma o al Giardino».
