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Arts & Culture

in un battito di meraviglia

giugno 2022- Numero 22
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in un battito di meraviglia

Dalla Biblioteca Palatina di Firenze la straordinaria collezione di tavole illustrate, volumi e stampe a tema naturalistico dei Granduchi di Toscana

Testo di Cristina Conti - Foto courtesy of Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze

Quasi centomila volumi antichi: testi di carattere scientifico e naturalistico, classici greci, latini e italiani, libri illustrati e incunaboli. E manoscritti rarissimi, dalle carte di Galileo agli scritti autografi di Ugo Foscolo. È il tesoro della Biblioteca Palatina, oggi conservata nella Biblioteca nazionale di Firenze. Un tesoro che spesso si rivela al pubblico con esposizioni tematiche ricche di storia, ma anche di bellezza. Come quella che, la scorsa primavera, ha mostrato gli straordinari volumi illustrati e le tavole, di ogni formato, dedicati agli uccelli e alle farfalle. Sotto il suggestivo titolo “In un battito d’ali”, nella Sala Dante della biblioteca fiorentina sono stati esposti anche i foulard disegnati da Fulvia Ferragamo e dedicati agli stessi temi: un dialogo tra epoche che testimonia come il fascino e l’amore per la natura possano trasmettersi da un passato lontano alla realtà contemporanea, alla moda, all’artigianato di qualità.

Tra le opere librarie esposte, molti i pezzi rarissimi e preziosi, autentici capolavori della illustrazione naturalistica del ’700 e dell’800. E alcuni di questi volumi sono pezzi che detengono incredibili primati, come sottolinea Simona Mammana, curatrice della mostra per la Biblioteca nazionale di Firenze. «Della collezione fanno parte per esempio il più grande libro sugli uccelli, il primo libro a colori sui volatili, le prime pubblicazioni sulle farfalle di vari luoghi del mondo: opere che documentano, con immagini di straordinaria grazia, le nuove specie entomologiche e ornitologiche acquisite in quegli anni alla scienza».

E testimoniano, al tempo stesso, la grande passione bibliofila e antiquaria e i molteplici interessi culturali e artistici degli Asburgo Lorena, i granduchi di Toscana che, a partire dalla metà del ’700 e fino all’Unità d’Italia, si dedicarono a costruire la Biblioteca Palatina. «I Lorena sono portatori di modernità in ogni campo, e anche la loro raccolta libraria è caratterizzata dalla modernità, oltre che dall’internazionalità e dal cosmopolitismo che portano i granduchi ad acquistare da editori di tutta Europa», aggiunge Mammana.

Su tutti spiccano i nomi di Pietro Leopoldo, iniziatore della collezione con la moglie Maria Luisa, e di Leopoldo II, l’ultimo dei granduchi. Che in un regolamento del 1828 dà precise disposizioni sulle modalità in cui la Biblioteca deve sviluppare la propria missione: deve essere attiva nell’acquisizione di manoscritti, incunaboli, classici greci, latini e italiani. E deve tenere “in giorno”, ovvero aggiornate, le sezioni dedicate ad antiquariato, belle arti, geografia, viaggi, storia italiana. E storia naturale: zoologia ma anche medicina, anatomia, studi sui minerali. Un’attenzione che rispecchia gli interessi scientifici di Leopoldo, che si dedica anche al Museo di Storia naturale che, grazie a lui, si amplia fino a raggiungere un livello internazionale. Un’altra, importante indicazione di Leopoldo II è di acquistare opere costose, che altre biblioteche più modeste, così come i privati, non possono permettersi, ma che i Lorena possono rendere disponibili. La Biblioteca, infine, agisce anche quale “sponsor” nella pubblicazione di libri, finanziando quelli che poi acquisirà.

‘Natura stretta al core siccome amica’, scrive nelle sue Memorie il granduca Leopoldo II, incantato davanti alla bellezza dei grandi alberi come dei fiori di campo, e alle meraviglie che la primavera pone ogni giorno davanti agli occhi

«Oggi queste opere hanno anche un significato diverso: testimoniano una biodiversità scomparsa, perché molte delle specie raffigurate purtroppo non esistono più», aggiunge Mammana. Una perdita di cui Leopoldo, sincero amante della natura, sarebbe stato il primo a soffrire. ‘Natura stretta al core siccome amica’, scrive infatti nelle sue Memorie il granduca, incantato davanti alla bellezza dei grandi alberi come dei fiori di campo, e alle meraviglie che la primavera pone ogni giorno davanti agli occhi.

Il materiale, raro e antico, della Biblioteca è conservato nei magazzini del Fondo Palatino e viene messo a disposizione degli studiosi nelle sale di consultazione. Ma spesso viene esposto al pubblico, come in occasione della mostra “In un battito d’ali”, o in quella precedente, dedicata all’arte islamica, “Immagini d’Oriente”, che ha avuto come protagonista una parte dell’ampia collezione della Biblioteca sul tema del viaggio. Fra giugno e luglio di quest’anno la mostra “Roma ritrovata” espone, per la prima volta, ventitré disegni di monumenti antichi della Roma imperiale. Mentre tra ottobre 2022 e gennaio 2023 saranno protagonisti i cinque anni compresi tra la fine della prima guerra mondiale e l’avvento al potere del fascismo, con la mostra “Dissonanze. 1917-1922: cinque anni che hanno cambiato l’Italia”.