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gli angeli ci ascoltano

marzo 2024
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gli angeli ci ascoltano

A Pietrasanta fino al 2 giugno le opere di Rachel Lee Hovnanian per riflettere sulla pervasione delle tecnologie contemporanee e sulle derive del narcisismo contemporaneo


L’arte come generatrice di relazioni umane contro la deriva del narcisismo contemporaneo e la solitudine. È questo uno dei temi affrontati nella nuova mostra di Rachel Lee Hovnanian dal titolo “You are not alone”, sottotitolo “Angels Listening”, che si tiene a Pietrasanta da sabato 30 marzo – opening alle ore 18:00 – fino al 2 giugno 2024. Un’esposizione promossa dal Comune di Pietrasanta con la collaborazione di The Project Space Pietrasanta e curata da Annalisa Bugliani e Alessandro Romanini.

L’artista americana, che frequenta da molti anni Pietrasanta e la Versilia, dopo una serie di prestigiose mostre che l’hanno vista protagonista (come nella sezione eventi collaterali alla Biennale di Venezia 2022 e quella alla County Gallery di Palm Beach nel 2024) ha realizzato per l’occasione un complesso di opere che spaziano dalla scultura alla pittura, dal neon alle installazioni interattive e ambientali, coinvolgendo vari luoghi della città. Una mostra pensata per Pietrasanta e i suoi spazi, un legame tra artista e città sempre più stretto grazie al fatto che le opere sono state realizzate nei laboratori e nelle fonderie della città.

foto: Cristina Macaya

«Una nuova tappa della lunga e coerente ricerca poetica e stilistica di Rachel Lee Hovnanian», spiegano i due curatori «che focalizza l’attenzione sull’essere umano nelle sue varie declinazioni e sulle interazioni umane e le minacce di alterazioni del concetto di identità, di relazione e sullo stesso principio di realtà e verità, esercitate dalle pervasive tecnologie contemporanee. Le sue opere sono dispositivi che invitano il visitatore a riflettere sulle derive del narcisismo contemporaneo, un’indagine in forma di espressione artistica che l’artista indirizza su una congiuntura storica come la nostra, su una società basata sulla comunicazione che non genera comunità, connessioni digitali senza relazioni. Lee Hovnanian ribadisce e sottolinea con forza il ruolo salvifico che l’arte in tutte le sue forme può svolgere passando da semplice elemento estetico a mezzo di valorizzazione d’identità, strumento produttore di relazioni umane».

  • foto: Cristina Macaya

  • foto: Cristina Macaya

Il percorso espositivo inizia idealmente in Piazza del Duomo dove è collocata una scultura di dimensioni monumentali dal titolo “Poor Teddy in Repose”. Una scultura in bronzo lunga 4,5 metri finemente patinata dalle maestranze locali, che rappresenta un orsetto di pelouche trafitto da un coltello che nella poetica dell’artista intende rappresentare simbolicamente l’infanzia interrotta e minacciata non solo dalla violenza ma anche dall’azione surrogata della tecnologia rispetto agli affetti.

La splendida cornice della Chiesa di Sant’Agostino accoglie al suo interno un percorso espositivo articolato costituito da opere finalizzate al rispetto e alla valorizzazione dell'identità architettonica e rituale dell’edificio di culto edificato nel XIV secolo.
Si inizia con i sette busti di angeli in bronzo bianco della serie “Angels Listening”, ciascuno con la bocca serrata da nastro adesivo incrociato a simboleggiare allo stesso tempo la resistenza nei confronti della verità opposta dalle strutture sociali, dalle molte forme di censura ormai diffuse nel mondo e un incoraggiamento alla disponibilità all’ascolto. Di fronte all’altare marmoreo seicentesco si trova un’opera concepita dall’artista per rendere il visitatore protagonista: “The Cathartic Box” in cui l’osservatore viene invitato alla riflessione e introspezione individuale e all’espressione dei pensieri “bloccati” o rimossi, in forma scritta. In questo modo il visitatore lascia così una traccia, un piccolo manoscritto che entra immediatamente a far parte della mostra. Nell’abside, a confronto con il prezioso coro ligneo, si colloca l’installazione “Silver Confessional” risultante della rielaborazione di un confessionale, a rafforzare simbolicamente la necessità d’introspezione individuale e della pressione esercitata dal controllo diffuso e dalla necessità di confidarsi. Incastonata nello stesso spazio dell’abside un’opera costituita da una scritta luminosa, “X Listening Neon”, che allude alla liquefazione del concetto di verità e al giudizio sociale anche tramite i social.
La mostra prosegue nella Sala del Capitolo, nella Sala dei Putti, nel giardino del Chiostro di Sant'Agostino  nel vicino Parco della Lumaca.

La mostra si può visitare dal martedì al venerdì ad ingresso libero dalle ore 16:00 alle 19:00, sabato e domenica e festivi 10:00 – 13:00 e 16:00 – 19:00. Chiusa il lunedì.

  • foto: Nicola Gnesi

  • foto: Nicola Gnesi

  • foto: Nicola Gnesi

  • foto: Edward Smith