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Interviews

la vacanza fa settanta

luglio 2020- Numero 20
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la vacanza fa settanta

La storia d’amore iniziò il 1° agosto 1951. Da allora l’ingegner Marcello Lavizzari non ha mai saltato un’estate al Forte. «In questo magnifico territorio ho trovato pace e felicità in ogni stagione della mia vita», racconta a ForteMagazine

Intervista di Titti Chiarello - Foto di Nicola Gnesi

Settanta tondi tondi. Sono gli anni di villeggiatura a Forte dei Marmi dell’ingegnere milanese Marcello Lavizzari. Dopo una lunga carriera in ruoli chiave di grandi aziende italiane del settore delle costruzioni, quali Pizzarotti e R.D.B., ora vive qui con la moglie Pierangela. 
Ingegnere, non ha mai saltato un’estate al Forte? «Scherza? Mai! Passavo gli inverni a fantasticare sulla bella stagione che mi avrebbe portato in Versilia». Si ricorda la prima volta che ha messo piede a Forte dei Marmi? «Me lo ricordo benissimo, come fosse ieri, quel primo agosto del 1951, quando verso mezzogiorno arrivai con il pulman da Milano insieme a mia madre e a mia sorella. Mio padre, costruttore, era rimasto in città. Milano era da ricostruire dopo la guerra. L’arrivo, anche allora, era esattamente dov’è oggi: dietro gli uffici comunali che un tempo erano le scuole. Prendemmo una carrozzella per raggiungere la pensione Bellariva della famiglia Venturini, che era in via Mazzini, angolo via D’Annunzio. Il nostro primo stabilimento balneare fu il Bellariva, proprio di fronte alla pensione, che ora è il bagno Alfredo. Il mare era calmissimo, ma sia a me che a mia sorella quelle onde che si infrangevano sulla battigia sembravano il segno di un mare agitato. Fino all’anno prima eravamo stati sull’Adriatico e non avevamo mai visto un mare così grande». Quanti anni aveva? «Quattordici, ero un ragazzino e fu un’estate meravigliosa piena di felicità. Come tutte le estati seguenti. Nel ’54 andammo alla pensione Raffaelli e diventai molto amico di Pierluigi Silvestri, il figlio dei titolari. Sua madre Angela era un maresciallo. Chiudeva tutto a mezzanotte. Solo in casi eccezionali consentiva di rientrare dopo. Ma noi avevamo trovato il modo di rientrare da una finestra della camera e la facevamo franca. Quante risate! Ma le devo dire che al Forte – che dal punto di vista urbanistico in settant’anni non è cambiato granché – mi sono sempre divertito. 
Non solo da ragazzo, ma anche quando sono diventato papà, prima di Michele poi di Giulia e Mario. Ora che sono nonno, trovo sempre il modo di stare bene, anche con i miei nipoti che sono ormai grandi. In ogni stagione della mia vita qui ho trovato pace e felicità. Questo territorio è magnifico, e offre tutto: natura, arte, storia, musica». Le piace il Forte in inverno? «Sì, moltissimo, amo la tranquillità e poi da aprile vado al bagno Rossella, dove ho molti amici e respiro aria buona e libertà, come quando ero ragazzo».

...al Forte mi sono sempre divertito. Non solo da ragazzo, ma anche da papà e ora anche da nonno...