logo

Informativa

Noi e terze parti selezionate utilizziamo cookie o tecnologie simili per finalità tecniche e, con il tuo consenso, anche per le finalità di esperienza e misurazione come specificato nella cookie policy.

Puoi liberamente prestare, rifiutare o revocare il tuo consenso, in qualsiasi momento, accedendo al pannello delle preferenze. Il rifiuto del consenso può rendere non disponibili le relative funzioni.

Usa il pulsante “Accetta tutto” per acconsentire. Usa il pulsante “Rifiuta tutto” per continuare senza accettare.

Vai al contenuto principaleVai al footer
News & Shows

dialogo metafisico tra fotografia e marmo

luglio 2025
Condividi
dialogo metafisico tra fotografia e marmo

Il linguaggio fotografico di Marco Gazza incontra la materia: a Pietrasanta il marmo si fa immagine, estetica, visione

La Galleria Bellina di Pietrasanta presenta “Marmo: dialogo metafisico”, un progetto inedito nato dalla collaborazione tra Fiorenzo e Marta Bellina – anima e visione della Galleria – e il fotografo milanese Marco Gazza. Una ricerca visiva che restituisce centralità al marmo, liberandolo dai suoi tradizionali ruoli funzionali per donargli una dimensione estetica pura, fatta di luce, forme e contemplazione.

La mostra si inaugura sabato 12 luglio e resterà aperta al pubblico con ingresso libero fino al 20 settembre 2025.

Al centro dell’esposizione, dieci “sculture fotografiche” firmate da Marco Gazza, in cui la pietra diventa soggetto e interlocutore di un’intima conversazione. A rendere possibile il progetto, anche il coinvolgimento di due storici laboratori artigiani del territorio: Galeotti Marmi, guidato da Paolo e Francesco Galeotti, e A.G.E. Marmi di Giovanni Antonucci, con sede rispettivamente a Pietrasanta e Valdicastello Carducci. Gli artigiani hanno messo a disposizione materiali, spazi e conoscenza per modellare blocchi e frammenti di marmo secondo le esigenze compositive dell’artista.

Marco Gazza racconta così il processo creativo alla base del progetto: «Durante l’osservazione silenziosa di pesi, linee, colori e texture, le pietre stesse hanno cominciato a suggerire delle combinazioni. Era fondamentale mantenere intatte queste suggestioni per tradurle in immagini. Nel mio studio, costruito nel laboratorio dei maestri artigiani, con il respiro lento... al culmine dell’atto meditativo ho potuto assemblare fisicamente gli elementi ricercando il loro legame perfetto. Una sfida, un gioco... per formalizzare l’equilibrio apparentemente impossibile». È proprio questo equilibrio – delicato e metafisico – a guidare l’intera mostra.